Cos'è
“Percorsi di pace tra Memoria e Liberazione” è un progetto organizzato dal Comune di Triuggio, in collaborazione con gli artisti del Gruppo Koinè, che prevede l’installazione di opere d’arte contemporanea in diversi punti del territorio a Tregasio.
Il percorso artistico
- “Attesa” di Giacomo Manenti, alla Rotonda di Tregasio
- “Linea pedonale” di Mariangelo Cazzaniga, lungo il Percorso Pedonale Tregasio- Canonica
- “Testimoni” di Chiara Colombo, “Variazioni – Serenade – Valzer” di Stefano Ghesini Salvadori, “Memorie” di Piero Macchini, “OS 37” di Michele Salmi, “Barbaro dominio” di Valeria Codara alla Cascina Jacini
- “Pietracolo” di Beppe Carrino alla Chiesa di San Biagio
“attesa”
Una gabbia metallica e il gesto atroce del taglio. Un taglio, una ferita, un singulto, un anelito, forse un respiro da cui la vita torna a elevarsi contro ogni tirannia nello spazio liberatorio della Rotonda.
“Linea Pedonale”
Siamo tutti pellegrini, passiamo discreti nello spazio e nel tempo apparentemente senza lasciar traccia. Eppure abbiamo fame di segni, di lasciarne, di trovarne; eppure la grande storia avanza distillando le piccole storie tracciate da ogni singolo uomo.
“Testimoni”
L’aggressività visiva dei rovi, allusione al filo spinato, sì somma all’aggressività del gesto che graffia l’alluminio. A sublimare questa violenza interviene l’artista: grazie a calibrate diversità di pressione della mano il caos diviene forma. È nelle ferite più profonde che s’insinua il colore ad olio, è sulle superfici intonse che si appoggia la luce generando le sagome di silenti testimoni.
“Variazioni” – “Serenade” – “Valzer”
“Kalos kai agathos”. La Bellezza artistica è da millenni la manifestazione dei valori della civiltà occidentale. La delicata bellezza della forma classica e dell’armonia musicale vengono negate dalla brutalità assordante della guerra.
“Memorie”
Materiali e tecniche utilizzate: Carta, inchiostro di china, porfido
“OS 37”
Le razze esistono o non esistono? In un gioco di specchi, la domanda incontra il volto di ciascuno. Discriminare o accogliere l’unicità riguarda prima di tutto noi, nel qui e ora, nel nostro quotidiano camminare tra la gente.
“Barbaro dominio”
Una scacchiera e parole come pedine, immobili e isolate. Parole ora ridicole, ora paradossali, ora incomprensibili nate dall’ossessione autarchica del regime fascista. La lingua italiana s’è nutrita nei suoi 1000 anni di vita dell’incontro di molte civiltà: negare questa multiforme ricchezza etimologica, disconoscerne l’intreccio di sostrati e substrati, significa rinnegare il passato e soffocare il futuro della nostra civiltà.